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pelli di momento in momento, ma poi ridono sotto il naso dei minchioni che ci credono. Tutte vesciche pel popolo che paga i ladri e i ruffiani, e gli sbirri come don Michele.

— Che bella cosa, — disse ’Ntoni, — quattro tarì al giorno per andare a passeggiare di qua e di là. Io vorrei essere guardia doganale.

— Ecco! ecco! — esclamò don Franco cogli occhi che gli schizzavano dalla testa. — Vedete la conseguenza del sistema! La conseguenza è che tutti diventano canaglia. Non vi offendete, compare ’Ntoni. «Il pesce puzza dalla testa». Anch’io sarei come voi, se non avessi studiato, e non avessi quel mestiere da guadagnarmi il pane.

Infatti dicevano che era un bel mestiere quello che gli aveva insegnato suo padre allo speziale, di pestare nel mortaio, e di far denari coll’acqua sporca; mentre c’era gente che doveva cuocersi le corna al sole, e cavarsi gli occhi colle maglie delle reti, e prendersi il granchio alle gambe e alla schiena per guadagnarsi dieci soldi; e così lasciarono le reti e le chiacchiere, e se ne tornarono all’osteria sputacchiando per la strada.