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vecchio dopo un pezzetto. — Doveva saperlo che son vecchio, e se muoio io quei ragazzi non hanno più nessuno.
— Se compreremo la casa del nespolo mentre egli è lontano, non gli parrà vero quando tornerà, — disse Mena, — e verrà a cercarci qui.
Padron ’Ntoni scosse il capo tristamente.
— Ma ancora c’è tempo! — disse infine anche lui, come la Nunziata; e la cugina Anna soggiunse:
— Se ’Ntoni torna ricco la comprerà lui la casa.
Padron ’Ntoni non rispondeva nulla; ma tutto il paese sapeva che ’Ntoni doveva tornare ricco, dopo tanto tempo ch’era andato a cercare fortuna, e molti già lo invidiavano, e volevano lasciar ogni cosa e andarsene a caccia della fortuna, come lui. Infine non avevano torto, perchè non lasciavano altro che delle donnicciuole a piagnucolare; e solo chi non gli bastava l’animo di lasciare la sua donnicciuola, era quella bestia del figlio della Locca, che aveva quella sorta di madre che sapete, e Rocco Spatu, il quale ce l’aveva alla taverna l’animo.
Ma per fortuna delle donnicciuole, tutt’a un tratto, si venne a sapere che era tornato ’Ntoni di padron ’Ntoni, di notte, con un bastimento catanese, e che si vergognava di farsi vedere senza scarpe. Se fosse stato vero che tornava ricco, i danari non avrebbe avuto dove metterli, tanto era lacero e pezzente. Ma il nonno e i fratelli gli fecero festa ugualmente, come se fosse venuto carico di denari, e le sorelle gli si appesero al collo, ridendo e piangendo, che ’Ntoni non conosceva più la Lia, tanto s’era fatta grande,