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— No! no! non partirò se non volete voi! Guardate! Non mi dite così, non mi dite! Bene, seguiterò a fare come l’asino di compare Mosca, che quando non ne può più di tirar la carretta lo butteranno a crepare in un fosso. Siete contenta ora? Ma non piangete più così! Lo vedete il nonno come si è arrabattato tutta la vita? ed ora che è vecchio si arrabatta ancora come se fosse il primo giorno, a tirarsi fuori dal pantano! Ecco come siamo destinati!
— E tu credi che dei guai non ne abbiano tutti? «Ogni buco ha il suo chiodo, chi l’ha vecchio e chi l’ha nuovo!» Guarda padron Cipolla che corre dietro il suo Brasi, perchè non vada a buttare il ben di Dio, pel quale ha sudato e lavorato tutta la vita, nel grembiule della Vespa! E massaro Filippo, così ricco com’è, che guarda il cielo, e recita avemarie per la sua vigna ad ogni nuvola che passa! E lo zio Crocifisso che si leva il pan di bocca per mettere da parte i soldi, ed è sempre a litigare con questo e con quello! E tu credi che quei due marinai forestieri non abbiano i loro guai anche loro? Chi sa se ci troveranno ancora le mamme, quando torneranno alle loro case?… E noi, se arriviamo a ricomprare la casa del nespolo, quando ci avremo il grano nel graticcio, e le fave per l’inverno, e avremo maritata Mena, che cosa ci mancherà? Dopo che io sarò sottoterra, e quel povero vecchio sarà morto anche lui, e Alessi potrà buscarsi il pane, allora vattene dove vuoi. Ma allora non te ne andrai più, te lo dico io! chè lo comprenderai quello che ci avevamo tutti qua dentro il petto, quando ti vedevamo