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un re di corona, bello come il sole, il quale camminerà un anno, un mese e un giorno, col suo cavallo bianco; finchè arriverà a una fontana incantata di latte e di miele; dove scendendo da cavallo per bere troverà il ditale di mia figlia Mara, che ce l’avranno portato le fate, dopo che Mara l’avrà lasciato cascare nella fontana empiendo la brocca; e il figlio del re, col bere che farà nel ditale di Mara, si innamorerà di lei; e camminerà ancora un anno, un mese e un giorno, sinchè arriverà a Trezza, e il cavallo bianco lo porterà davanti al lavatoio, dove mia figlia Mara starà sciorinando il bucato; e il figlio del re la sposerà e le metterà in dito l’anello; e poi la farà montare in groppa al cavallo bianco, e se la porterà nel suo regno.

Alessi ascoltava a bocca aperta, che pareva vedesse il figlio del re sul cavallo bianco, a portarsi in groppa la Mara della cugina Anna. — E dove se la porterà? — domandò poi la Lia.

— Lontano lontano, nel suo paese di là del mare; d’onde non si torna più.

— Come compar Alfio Mosca, — disse la Nunziata. — Io non vorrei andarci col figlio del re, se non dovessi tornare più.

— La vostra figlia non ha un soldo di dote, perciò il figlio del re non verrà a sposarla; — rispose ’Ntoni; — e le volteranno le spalle, come succede alla gente, quando non ha più nulla.

— Per questo mia figlia sta lavorando qui adesso, dopo essere stata tutto il giorno al lavatoio, per farsi la dote. Non è vero, Mara? Almeno se non