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Però don Silvestro si faceva vedere a braccetto con don Michele, e nessuno osava dir parola in faccia a loro di quei discorsi che correvano. Ora donna Rosolina gli sbatteva la finestra sul naso, allorchè il segretario stava a guardare in aria dalla porta dello speziale, e non voltava nemmeno il capo quando metteva al sole sul terrazzino la conserva dei pomidori; una volta poi volle andare a confessarsi ad Aci Castello, perchè ci aveva un peccato che non poteva dire a suo fratello, e tanto fece che incontrò per caso don Silvestro, giusto mentre tornava dalla vigna.

— Oh! beato chi vi vede! — cominciò a dirgli fermandosi a prender fiato, perch’era tutta rossa e scalmanata. — Ci avete gran roba pel capo, che non vi ricordate più degli amici antichi.

— Io non ci ho nulla pel capo, donna Rosolina.

— A me mi hanno detto che ce l’avete, ma è una bestialità, che vi farebbe venire il capo grosso davvero.

— Chi ve l’ha detto?

— Lo dice tutto il paese.

— Lasciatelo dire. E poi, volete saperla? io faccio quel che mi piace a me; e se ci avrò la testa pesante ci ho da pensar io.

— Buon prò vi faccia, — rispose donna Rosolina col viso rosso. — Vuol dire che cominciate ad avercela d’adesso, se mi rispondete in questo modo, tanto che non me l’aspettavo, e vi ho avuto sinora per giudizioso; scusate se mi sono sbagliata. Vuol

Verga. I Malavoglia. 13