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e domandava cosa aveva detto il medico. ’Ntoni era accanto al capezzale e piangeva come un ragazzo, chè il cuore l’aveva buono, quel giovane.

— Non piangere così! — gli diceva il nonno. — Non piangere. Ora tu sei il capo della casa. Pensa che ci hai tutti gli altri sulle spalle, e fa come ho fatto io.

Le donne si mettevano a gridare colle mani nei capelli, udendolo discorrere a quel modo, persino la piccola Lia, giacchè le donne non hanno giudizio in quelle circostanze, e non si accorgevano che il poveretto si turbava in volto al vederle disperarsi, come se stesse per morire. Ma egli continuava con voce fioca: — Non fate tante spese quando non ci sarò più. Il Signore lo sa che non possiamo spendere, e si contenterà del rosario che mi diranno Maruzza e la Mena. Tu, Mena, fai sempre come ha fatto tua madre, che è stata una santa donna, e dei guai ne ha visti anche lei; e ti terrai sotto le ali tua sorella, come fa la chioccia coi suoi pulcini. Finchè vi aiuterete l’un l’altro i guai vi parranno meno gravi. Ora ’Ntoni è grande, e presto Alessi sarà in grado di aiutarvi anche lui.

— Non dite così! — supplicavano le donne singhiozzando, come se egli avesse voluto andarsene di sua volontà. — Per carità non dite così. — Egli scuoteva il capo tristamente, e rispondeva:

— Adesso che vi ho detto quello che volevo dirvi, non me ne importa. Io sono vecchio. Quando non c’è più olio il lume si spegne. Ora voltatemi dall’altra parte che sono stanco.