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pegno allo zio Crocifisso; ora le donne potevano tornare ad andare alla messa del paese, chè se qualche giovinotto gettava gli occhi sulla Mena, gliela stavano facendo, la sua dote.

— Per me, — diceva ’Ntoni, menando il remo adagio adagio perchè la corrente non li facesse derivare dal cerchio delle reti, mentre il nonno pensava a tutte quelle cose: — per me desidero questo soltanto, che quella carogna della Barbara s’abbia a mangiare i gomiti quando ci avremo il fatto nostro anche noi, e s’abbia a pentire d’avermi chiusa la porta in faccia.

— «Il buon pilota si conosce alle burrasche»; — rispondeva il vecchio. — Quando saremo un’altra volta quel che siamo sempre stati, ognuno ci farà buon viso, e torneranno ad aprirci la porta.

— Chi non ce l’ha chiusa in faccia, — aggiunse Alessi, — è stata la Nunziata, ed anche la cugina Anna.

— «Carcere, malattie e necessità, si conosce l’amistà». Per questo il Signore le aiuta, costoro, con tutte quelle bocche che hanno in casa.

— Quando la Nunziata va a far la legna nella sciara, o il fagotto della tela è troppo pesante per lei, l’aiuto anch’io, poveretta, — disse Alessi.

— Adesso aiuta a tirare da questa parte, chè San Francesco stavolta ha mandata la grazia di Dio! — Il ragazzo tirava e puntava i piedi, e sbuffava che pareva facesse tutto lui. Intanto ’Ntoni cantava, sdraiato sulla pedagna e colle braccia sotto il capo, a veder volare i gabbiani bianchi sul cielo turchino che