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chiamo la Mangiacarrubbe se non ci arrivano! Bell’affare che ha fatto la Zuppidda con Cetriolo!

Di solito gli uomini non s’immischiano in quelle liti di donne, se no le questioni s’ingrosserebbero e potrebbero andare a finire a coltellate; invece le comari, dopo che hanno messo fuori la scopa, e si sono voltate le schiene, e si sono sfogate a dirsi improperi, e a strapparsi i capelli, si riconciliano subito, e si abbracciano e si baciano, e si mettono sull’uscio a chiacchierare come prima. ’Ntoni poi, stregato dagli occhi della Barbara, era tornato quatto quatto a piantarsi sotto la finestra, per metter pace, che la gnà Venera voleva buttargli sulla testa la broda delle fave, qualche volta, ed anche la figliuola si stringeva nelle spalle, ora che i Malavoglia non avevano più nè re nè regno.

E glielo disse anche in faccia, alla fine, onde levarsi d’addosso quella noia, perchè quel cristiano stava sempre davanti alla sua porta come un cane, e le avrebbe fatto perdere la fortuna, se mai qualcun altro avesse avuto l’intenzione di passare di là per lei.

— Orbè, compare ’Ntoni, «I pesci del mare son destinati a chi se l’ha da mangiare»; mettiamoci il cuore in pace voi ed io, e non ci pensiamo più.

— Voi potete mettervelo il cuore in pace, comare Barbara, ma per me, «Amare e disamare non sta a chi lo vuol fare».

— Provate, che ci riescirete anche voi. A provare non si perde nulla. Io vi auguro ogni bene e ogni fortuna, ma lasciatemi badare ai fatti miei, chè ho già ventidue anni.