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e brontolava ancora per la strada, mentre Piedipapera chiudeva l’uscio, tirandole dietro tanto di lingua. — La Vespa è infuriata come fossimo in luglio! — sghignazzava compare Tino.

— A lei che gliene importa? — chiese comare Grazia.

— Gliene importa perchè ce l’ha con tutti quelli che si maritano, e ora sta covando cogli occhi Alfio Mosca.

— Tu dovresti dirglielo, che a me non mi piace di tenere il candeliere. Come se non si vedesse che sta qui per compare Alfio, e poi la Zuppidda va spargendo che noi ci troviamo il nostro conto a fare questo mestiere.

— La Zuppidda farebbe meglio a grattarsi la sua testa, perchè ci è da grattare! Con quella porcheria di tirarsi in casa ’Ntoni di padron ’Ntoni, mentre il vecchio e tutti fanno il diavolo, e non ne vogliono sapere. Chiudi la finestra. Oggi sono stato mezz’ora a godermi la commedia che facevano ’Ntoni con la Barbara, che mi dolgono ancora le reni dallo stare chinato dietro il muro, per sentire quello che dicevano. ’Ntoni era scappato dalla Provvidenza, col pretesto di andare a pigliare la fiocina grande pei cefali; e le diceva. — Se il nonno non vuole, come faremo? — Faremo che scapperemo insieme, e poi quando la cosa è fatta dovranno pensarci loro a maritarci, e saranno costretti a dir di sì per forza, rispondeva lei, e sua madre era lì dietro ad ascoltare, ci giuocherei tutt’e due questi occhi! Bella la parte che rappresenta quella strega! Ora voglio far