Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 116 — |
Va a dormire che è meglio. Questi discorsi non dovresti farceli mai davanti a tua madre!
— Mio fratello Luca sta meglio di me a fare il soldato! — brontolò ’Ntoni nell’andarsene.
VIII.
Luca, poveretto, non ci stava nè meglio nè peggio; faceva il suo dovere laggiù, come l’aveva fatto a casa sua, e si contentava. Non scriveva spesso, è vero — i francobolli costavano venti centesimi — nè aveva ancora mandato il ritratto, perchè da ragazzo lo canzonavano che aveva le orecchie d’asino; e invece di tanto in tanto metteva nella lettera qualche biglietto da cinque lire, che trovava modo di buscarsi servendo gli ufficiali.
Il nonno aveva detto: «Prima deve maritarsi la Mena». Ancora non ne parlava, ma ci pensava sempre, e adesso che tenevano nel canterano qualcosuccia per pagare il debito, aveva fatto il conto che colla salatura delle acciughe si sarebbe pagato Piedipapera, e la casa restava libera per la dote della nipote. Perciò erano stati qualche volta a chiacchierare sottovoce con padron Fortunato, sulla riva, mentre aspettavano la paranza, o seduti al sole davanti la chiesa, quando non c’era gente. Padron Fortunato non voleva far torto alla sua parola, se la ragazza aveva la dote, tanto più che suo figlio Brasi gli