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ragione lui. La gente fa bene a strillare con questo governo che ci succhia il sangue peggio di una mignatta; ma i denari devono venir fuori per amore o per forza. Qui ci vorrebbe un sindaco di testa e liberale come voi.

Lo speziale allora cominciava a dire quel che avrebbe fatto lui, e come aggiustava ogni cosa; e don Silvestro stava ad ascoltarlo zitto ed intento che pareva fosse alla predica. Bisognava pensare anche a rinnovare il Consiglio; padron ’Ntoni non ce lo volevano, perchè egli aveva la testa stramba, ed era stato causa della morte di suo figlio Bastianazzo, — un uomo di giudizio colui, se fosse stato vivo! — poi in quell’affare dei lupini aveva fatto mettere la mano nel debito a sua nuora, e l’aveva lasciata in camicia. Se gli interessi del Comune li faceva a quel modo!...

Ma intanto se la Signora si affacciava alla finestra, don Franco cambiava discorso, e gridava: — Bel tempo, eh? — ammiccando di nascosto a don Silvestro, per fargli capire quel che ci aveva nello stomaco da dire. — Andate a fidarvi di quel che vuol fare uno che ha paura della moglie! — pensava fra di sè don Silvestro. — Padron ’Ntoni era di quelli che si stringevano nelle spalle e se ne andavano coi remi in collo; e al nipote, il quale avrebbe voluto correre in piazza anche lui, a vedere quel che si faceva, gli andava ripetendo:

— Tu bada ai fatti tuoi, chè tutti costoro gridano ognuno pel suo interesse, e l’affare più grosso per noi è quello del debito.