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nell’Ordine, ed era uomo di buona vita e onesta, si lo andò a visitare; e fra l’altre cose, si gli disse: fratello mio carissimo, molto mi dolgo, che tu se’ scomunicato e fuori dell’Ordine tuo, e così ti morrai: ma se tu vedessi o via o modo per lo quale io ti potessi trarrè da questo pericolo, volentieri ne prenderei per te ogni fatica. Risponde frate Elia: Fratello mio, non ci veggio altro modo se non che tu vadi al Papa; e priegalo, che per lo amore di Dio e di san Francesco suo servo, per li cui ammaestramenti io abbandonai il mondo, mi assolva della sua iscomunicazione, e restituiscami l’abito della Religione. Disse quello suo fratello, che volentieri s’affaticheria per la sua salute: e partendosi da lui, se ne andò alli piè del Santo Papa, pregandolo umilemente, che faccia grazia al suo fratello, per lo amore di Cristo e di san Francesco suo servo. E come piacque a Dio, il Papa gliel concedette che tornasse, e se ritrovasse vivo frate Elia, sì lo assolvesse dalla sua parte della iscomunicazione, e restituisseli l’abito. Di che costui si parte lieto, e con grande fretta ritorna a frate Elia, e trovalo vivo ma quasi ’n su la morte, e sì lo assolvette della scomunicazione, e rimettendogli l’abito, frate Elia passò di questa vita, e l’anima sua fu salva per li meriti di san Francesco e per la sua orazione, nella quale frate Elia aveva avuta così grande isperanza.

CAPITOLO XXXIX.

Della maravigliosa predica, la quale fece S. Antonio da Padova Frate Minore in Concistoro.

Il maraviglioso vasello dello Spirito Santo, S. Antonio da Padova, uno degli eletti discepoli e compagni di san Francesco, il quale san Francesco chiamava suo Vicario, una volta predicando in concistoro dinanzi al Papa e a’ Cardinali; nel quale concistoro erano uomini di diverse nazioni, cioè Greca, Latina, Francesca, Te-