Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/9


di san francesco 5

san Francesco il così eccessivo dispregio del mondo, la grande pazienza nelle ingiurie, che già per due anni così abbominato e disprezzato da ogni persona sempre parea più costante: cominciò a pensare e a dire fra sè medesimo: Per nessuno modo può essere che questo Frate non abbia grande grazia di Dio; e sì lo invitò la sera a cena, e albergo: e san Francesco accettò, e cenò la sera con lui e albergò. E allora Bernardo si pose in cuore di contemplare la sua santità: onde e’ gli gli fece apparecchiare un letto nella sua camera propria, nella quale di notte sempre ardea una lampada. E san Francesco, per celare la santità sua, immantinente come fu entrato in camera, si gittò in sul letto e fece vista di dormire; e Bernardo similmente, dopo alcuno spazio si pose a giacere, ed incominciò a russare forte a modo come se dormisse molto profondamente. Di che san Francesco, credendo veramente che Bernardo dormisse, in sul primo sonno si levò dal letto, e posesi in orazione, levando gli occhi e le mani al cielo; e con grandissima divozione e fervore dicea: Iddio mio, Iddio mio. E così dicendo, e forte lagrimando, istette infino al mattutino, sempre ripetendo: Iddio mio, Iddio mio, e non altro; e questo dicea san Francesco contemplando e ammirando la eccellenza della Divina Maestà, la quale degnava di condiscendere al mondo, che periva, e per lo suo Francesco poverello disponea di porre rimedio di salute dell’anima sua e degli altri. E però alluminato di Spirito Santo, ovvero di spirito profetico, prevedendo le grandi cose, che Iddio doveva fare per lui e l’ordine suo, e considerando la sua insufficienza e poca virtù, chiamava e pregava Iddio, che colla sua pietà e onnipotenza, senza la quale niente può l’umana fragilità, supplisse, ajutasse e compiesse quello, che per sè non potea. Veggendo Bernardo, per il lume della lampada, gli atti divotissimi di san Francesco, e considerando divotamente le parole che dicea, fu toccato e ispirato dallo Spirito Santo a mutare la vita sua; di che, fatta la