Sappi, Frate carissimo, che la cortesia è una delle proprietà di Dio, il quale dà il suo sole e la sua piova alli giusti e alli ingiusti, per cortesia: ed è la cortesia sirocchia della carità, la quale spegne l’odio, conserva l’amore. Perchè io ho conosciuto in questo buono uomo tanta virtù divina, volentieri lo vorrei per compagno: e però io voglio, che noi ritorniamo un dì a lui, se forse Iddio gli toccasse il cuore a volersi accompagnare con esso noi nel servigio di Dio; e in questo mezzo noi pregheremo Iddio, che gli metta in cuore questo desiderio, e diagli grazia di metterlo in effetto. Mirabile cosa! ivi a pochi dì, fatto ch’ebbe san Francesco l’orazione, Iddio mise questo desiderio nel cuore di questo gentile uomo; e disse san Francesco al compagno: Andiamo, fratello mio, al luogo dell’uomo cortese; imperocch’io ho certa speranza in Dio, ch’egli colla cortesia delle cose temporali, donerà sè medesimo e sarà nostro compagno: andarono. E giugnendo appresso alla casa sua, disse san Francesco al compagno: Aspettami un poco, imperocchè io voglio in prima pregare Iddio che faccia prospero il nostro cammino; che la nobile preda, la quale noi pensiamo di torre al mondo, piaccia a Gesù Cristo di concedere a noi poverelli e deboli, per la virtù della sua Santissima Passione. E detto questo, si puose in orazione in luogo, ch’egli potesse esser veduto dal detto uomo cortese: onde, come piacque a Dio, guatando colui in là ed in qua, ebbe veduto san Francesco stare in orazione divotissimamente dinanzi a Cristo, il quale con grande chiaritade gli era apparito nella detta orazione, e stava dinanzi a lui; e in questo istare così vedea san Francesco essere per buono spazio levato da terra corporalmente. Per la qual cosa egli fu sì toccato da Dio e spirato a lasciare il mondo, che di presente egli usci fuori del palagio suo, e in fervore di spirito corse verso san Francesco; e giugnendo a lui il quale stava in orazione, gli s’inginocchio a’ piedi, e con grandissima istanza e divozione il pregò che gli piacesse di