grande amistade insieme: ma per tutto questo non parlava nè l’uno nè l’altro; ma stavano così abbracciati, con quelli segni d’amore caritativo, in silenzio. E stati che furono per grande spazio nel detto modo senza dirsi parola insieme, si partirono l’uno dall’altro; e san Lodovico se n’andò al suo viaggio, e frate Egidio si tornò alla cella. Partendosi il Re, uno frate domandò alcuno de’ suoi compagni, chi fosse colui, che s’era cotanto abbracciato con frate Egidio; e colui rispose, ch’egli era Lodovico Re di Francia, lo quale era venuto per vedere frate Egidio. Di che dicendolo costui agli altri frati, essi n’ebbero grandissima maninconia, che frate Egidio non gli avea parlato parola: e rammaricandosene, sì gli dissero: O frate Egidio, perchè se’ tu stato tanto villano, che a uno così santo Re, il quale è venuto di Francia per vederti, e per udire da te qualche buona parola, e tu non gli hai parlato niente? Rispuose frate Egidio: Carissimi frati, non vi maravigliate di ciò: imperocchè nè io a lui nè egli a me poteva dire parola: perocchè sì tosto come noi ci abbracciammo insieme, la luce della sapienza rivelò e manifesto á me il cuore suo, e a lui il mio, e così per divina operazione ragguardandoci nei cuori, ciò che io volea dire a lui ed egli a me troppo meglio conoscemmo, che se noi ci avessimo parlato colla bocca, e con maggiore consolazione che se noi avessimo voluto esplicare con voce quello, che noi sentivamo nel cuore. Per lo difetto della lingua umana, la quale non può chiaramente esprimere li misterii segreti di Dio, ci sarebbe stato piuttosto a sconsolazione che a consolazione; e però sappiate, che da me si partì il Re mirabilmente contento, e consolato l’animo suo.