dimi per certo, che tu se’ del numero delli dannati; e ’l figliuolo di Pietro Bernardoni tuo padre, e anche il padre suo sono dannati, e chiunque il seguita, è ingannato. E dette queste parole, frate Ruffino cominciò a esser sì ottenebrato dal principe delle tenebre, che già perdeva ogni fede a amore, ch’egli avea avuto a san Francesco, e non si curava di dirgliene nulla. Ma quello, che al Padre santo non disse frate Ruffino, lo rivelò lo Spirito Santo; onde veggendo in ispirito san Francesco tanto pericolo del detto frate, mandò frate Masseo per lui; al quale frate Ruffino rispose rimbrottando: Che ho io a fare con frate Francesco? E allora frate Masseo tutto ripieno di sapienza divina, conoscendo la fallanza del Demonio, disse: O frate Ruffino, non sai tu, che frate Francesco è come un Angelo di Dio, il quale ha luminate tante anime nel mondo, e dal quale noi abbiamo avuto la grazia di Dio? onde io voglio, che ad ogni partito tu venga con meco a lui; imperocchè ti veggio chiaramente essere ingannato dal Demonio. E detto questo, e frate Ruffino si mosse, e andò a san Francesco, e veggendolo dalla lunga san Francesco venire, cominciò a gridare: O frate Ruffino cattivello, a cui hai tu creduto? E giugnendo a lui frate Ruffino, egli gli disse per ordine tutta la tentazione, ch’egli avea avuta dal Demonio dentro e di fuori; e mostrandogli chiaramente che colui che gli era apparito era il Demonio e non Cristo, e che per nessuno modo egli dovea acconsentire alle suggestioni; ma quando il Demonio ti dicesse più tu se’ dannato, sì gli rispondi: Apri la bocca, e questo ti sia il segnale, ch’egli è il Demonio, e non Cristo: e dato che tu gli arai tale risposta, immantinente fuggirà. Anche a questo cotale dovevi tu ancora conoscere, ch’egli era il Demonio, imperocchè t’indurò il cuore ad ogni bene, la qual cosa è proprio suo ufficio, ma Cristo benedetto mai non indura il cuore dell’uomo fedele, anzi l’ammorbida, secondo che dice per la bocca del Profeta: Io