Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
68 | fioretti |
sco, il quale in quello tempo era in palagio del Vescovo d’Assisi gravemente infermo; e Iddio gli rivelò tutto il modo della tentazione, e della disposizione di detto frate Rinieri, e ’l suo venire. E immantinente san Francesco chiama frate Lione, e frate Masseo, e dice loro: Andate tosto incontro al mio figliuolo carissimo frate Rinieri, e abbracciatelo da mia parte e salutatelo, e ditegli che tra tutti i frati che sono nel mondo, io amo lui singularamente. Vanno costoro, e trovano per la via frate Rinieri, e abbracciano dicendoli ciò che san Francesco avea loro imposto. Onde tanta consolazione e dolcezza gli fu all’anima, che quasi uscì di sè: e ringraziando Iddio con tutto il cuore, andò e giunse al luogo, dove san Francesco giacea infermo. E benchè san Francesco fosse gravemente infermo, nientedimeno sentendo venire Frate Rinieri, si levò e fecelisi incontro, e abbracciollo dolcissimamente, e sì gli disse: Figliuolo mio carissimo frate Rinieri, fra tutti i frati che sono nel mondo, io amo te, io amo te singolarmente; e detto questo si gli fece il segno della santissima croce nella fronte, e quivi il bacio; e poi gli disse: Figliuolo carissimo, questa tentazione t’ha permessa Iddio, per tuo grande guadagno di merito: ma se non vuogli più questo guadagno, non l’abbi. Maravigliosa cosa! che sì tosto come san Francesco ebbe dette queste parole, subitamente si partì da lui ogni tentazione, come se mai in vita sua non l’avesse punto sentita, e rimase tutto consolato.
CAPITOLO XXVIII.
Quanta grazia Iddio facea ispesse volte a’ poveri evangelici i quali abbandonavano il mondo per lo amore