tenza. Fra li quali si furono due nobili studianti della Marca d’Ancona; e l’uno avea nome Pellegrino, l’altro Rinieri: i quali due per la detta predica toccati nel cuore dalla divina inspirazione, vennero a san Francesco, dicendo, che al tutto voleano abbandonare il mondo, e essere de’ suoi Frati. Allora san Francesco, conoscendo per rivelazione, che costoro erano mandati da Dio, e che nello Ordine doveano tenere santa vita, e considerando il loro grande fervore, gli ricevette allegramente, dicendo: Tu Pellegrino, tieni nell’Ordine la via dell’umiltà, e tu Frate Rinieri, servi a’ Frati, e così fu; imperocchè Frate Pellegrino mai non volle andare come cherico, ma come laico, benchè fosse molto litterato, e grande decretalista; per la quale umiltà e’ pervenne in grande perfezione di virtù, tanto che frate Bernardo primogenito di san Francesco disse di lui; ch’egli era uno de’ più perfetti Frati di questo mondo. E finalmente il detto Frate Pellegrino pieno di virtù, passò di questa vita beata, con molti miracoli innanzi alla morte e dopo. E detto frate Rinieri divotamente e fedelmente serviva a’ Frati, vivendo in grande santità e umiltade: e diventò molto famigliare di san Francesco. Essendo dappoi fatto ministro della Provincia della Marca d’Ancona, ressela grande tempo in grandissima pace e discrezione. Dopo alcuno tempo, Iddio gli permise una grandissima tentazione nell’anima sua; di che egli tribulato e angosciato, fortemente s’affliggea con digiuni, con discipline, con lacrime e orazioni, il dì e la notte: e non potea però cacciare quella tentazione; ma ispesse volte era in grande disperazione, imperocchè per essa si riputava abbandonato da Dio. Istando in questa disperazione, per ultimo rimedio si determinò d’andare a san Francesco, pensandosi così: Se san Francesco mi mostrerà buono viso, e mostrerammi familiaritade, come suole, io credo che Iddio m’averà ancora pietade: ma se no, sarà segnale, ch’io sarò abbandonato da Dio. Muovesi adunque costui, e va a san France-