quale non si potea passare senza grande pericelo; imperocch’ egli era molto sottile e stretto, e molto isdrucciolente, e senza sponde d’allato; e di sotto passava un fiume terribile, pieno di serpenti e di dragonį e di scarpioni, e gittava uno grandissimo puzzo; e dissegli l’Angelo; passa questo ponte, e al tutto lo ti conviene passare. Risponde costui: E come lo potrò io passare, ch’io non caggia in quello pericoloso fiume? Dice l’Angelo: Vienne dopo me, e poni il tuo piè dove tu vedrai che io porrò il mio, e così passerai bene. Passa questo frate dietro all’Angelo, come l’aveva insegnato, tanto che giunse a mezzo il ponte; ed essendo così sul mezzo l’Angelo si volò via: e partendosi da lui, se ne andò in su uno monte altissimo, di là assai dal ponte; e costui considera bene il luogo dove era volato l’Angelo: ma rimanendo egli senza guidatore, e riguardando giù, vedea quegli animali tanto terribili stare con li capi fuori dell’acqua, e colle bocchie aperte, apparecchiati a divorarlo, s’egli cadesse ed era in tanto tremore, che per nessuno modo non sapea che si fare, nè che si dire; perocchè non potea tornare addietro, nè andare innanzi. Onde veggendosi in tanta tribolazione, e che non avea altro refugio se non in Dio, sì s’inchinò, e abbracciò il ponte, e con tutto il cuore e con lagrime si raccomanda a Dio, che per la sua santissima misericordia lo dovesse soccorrere. E fatta l’orazione, gli parve cominciare a mettere ale: di che egli con grande allegrezza aspettava, ch’elle crescessero, per potere volare di là dal ponte, dov’era volato l’Angelo. Ma dopo alcuno tempo, per la grande voglia ch’egli avea di passare per questo ponte, si mise a volare; e perchè l’ale non gli erano tanto cresciute, egli cadde in sul ponte, e le penne gli caddono: di che costui abbraccia da capo il ponte, e come in prima raccomandasi a Dio; e fatta l’orazione, anche gli parve mettere ale; ma come in prima, non aspettò ch’elle crescessero perfettamente: onde, mettendosi a volare innanzi al