Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/56

52 fioretti


sco dinanzi a tutti disse al lupo: E tu, frate lupo, prometti d’osservare a costoro il patto della pace, che tu non offenda nè gli uomini, nè gli animali, nè nessuna creatura? E il lupo inginocchiasi, e inchina il capo e con atti mansueti di corpo, e di coda, e d’orecchi dimostra, quanto è possibile, di volere servare loro ogni patto. Dice san Francesco: Frate lupo, io voglio, che come tu mi desti fede di questa promessa fuori della porta, così dinanzi a tutto il popolo mi dia fede della tua promessa, e che tu non mi ingannerai della mia promessa e malleveria, ch’io ho fatta per te. Allora il lupo, levando il piè ritto, si ’l puose in mano di san Francesco. Onde tra questo atto e degli altri detti di sopra, fu tanta allegrezza e ammirazione in tutto il popolo, sì per la divozione del Santo, e si per la novitade del miracolo, e sì per la pace del lupo, che tutti incominciarono a gridare a cielo, laudando e benedicendo Iddio, il quale avea loro mandato san Francesco, che per li suoi meriti gli avea liberati dalla bocca della crudele bestia. E poi il detto lupo vivette due anni in Agobio; ed entrava dimesticamente per le case, a uscio a uscio, senza fare male a persona, e senza esserne fatto a lui e fu nutricato cortesemente dalla gente: e andandosi così per la terra e per le case, giammai nessuno cane gli abbajava drieto. Finalmente, dopo due anni, frate lupo si mori di vecchiaja: di che li cittadini molto si dolevano imperocchè veggendolo andare così mansueto per la cittade, si raccordavano meglio della virtù e santitade di san Francesco.

CAPITOLO XXII.

Come san Francesco dimesticò le tortole salvatiche.

Uno giovane avea preso un dì molte tortole: portandole a vendere, iscontrandosi in lui san Francesco, il quale sempre avea singulare pietà agli animali man-