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ivi per lo gran frutto delle anime, che si vedea fare delle genti, che vi veniiano; de’ quali molti si partivano inebriati del divino amore, e abbandonavano il mondo. Confidossi il Prete della promessa di san Francesco, e lasciò liberamente la vigna a coloro, che venivano a lui. Maravigliosa cosa! la vigna fu al tutto guastata e colta, sicchè appena vi rimasono alcuni racimoli d’uve. Viene il tempo della vendemmia; e ’l Prete raccoglie cotali racimoli, e metteli nel tino, e pigia, e secondo la promessa di san Francesco, ricoglie venti some d’ottimo vino. Nel quale miracolo manifestamente si diè ad intendere, che come, per merito di san Francesco, la vigna ispogliata d’uve è abbondata in vino; così il popolo Cristiano isterile di virtù per lo peccato, per li meriti e dottrina di san Francesco, spesse volte abbondava di buoni frutti di penitenza.

CAPITOLO XX.

D’una molto bella visione, che vide uno Frate giovane, il quale avea in tanta abbominazione la cappa che era disposta di lasciare l’abito, e uscire dell’Ordine.

Un giovane molto nobile e delicato, venne all’Ordine di san Francesco: il quale dopo alquanti dì, per instigazione del Demonio, cominciò ad avere in tanta abbominazione l’abito che portava, che li parea portare un sacco vilissimo: avea orrore delle maniche, abbominava il cappuccio, e la lunghezza e la asprezza gli parea una soma incomportabile. E crescendo pure il dispiacere della Religione, egli finalmente si deliberò di lasciare l’abito, e tornare al mondo: Avea costui già preso per usanza, secondo che gli avea insegnato il suo maestro, qualunque ora egli passava dinanzi allo altare del convento, nel quale si conservava il Corpo di Cristo, d’inginocchiarsi con gran