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di san francesco | 45 |
CAPITOLO XIX.
Sendo una volta san Francesco gravemente infermo degli occhi, Ugolino Cardinale Protettore dello Ordine, per grande tenerezza ch’avea di lui, sì gli iscrisse, ch’egli andasse a lui a Rieti, dove erano ottimi medici d’occhi. Allora san Francesco, ricevuta la lettera del Cardinale, se ne andò in prima a san Damiano, dov’era santa Chiara divotissima isposa di Cristo, per darle alcuna consolazione, e poi andare al Cardinale. Essendo ivi san Francesco, la notte seguente peggiorò sì degli occhi, ch’egli non vedea punto lume; di che non potendosi partire; santa Chiara gli fece una celluzza di cannuccie, nella quale egli si potesse meglio riposare. Ma san Francesco, tra per lo dolore della infermità, e per la moltitudine de’ topi, che gli faceano grandissima noia, punto del mondo non potea posare, nè di dì, nè di notte. E sostegnendo più di quella pena e tribolazione, cominciò a pensare e a conoscere; che quello era une flagello di Dio per li suoi peccati; e incominciò a ringraziare Iddio con tutto il cuore e colla bocca, e poi gridava ad alta voce, e disse: Signore mio, io sono degno di questo, e di troppo peggio. Signore mio Gesù Cristo, Pastore buono, il quale a noi peccatori hai posta la tua misericordia in diverse pene e angosce corporali, concedi grazia e virtù a me tua pecorella, che per nessuna infermità e angoscia, o dolore io mi parta da te. E in questa orazione gli venne una voce dal cielo, che disse: Francesco rispon-