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ravigliò di quello, che san Francesco gli aveva fatto fare, come i fanciulli, dinanzi a’ secolari che passavano; nondimeno per riverenzia non ardiva di dire niente al Padre Santo, Appressandosi a Siena, il popolo della Città udì dello avvenimento del Santo, e fecionglisi incontro; e per divozione il portarono lui e il compagno insino al Vescovado, che non toccarono niente terra co’ piedi. In quella ora alquanti uomini di Siena combatteano insieme, e già v’erano morti due di loro. Giugnendo ivi san Francesco, predicò loro si divotamente, e si santamente che gli ridusse tutti quanti a pace, e grande unità, e concordia insieme. Per la qual cosa, udendo il Vescovo di Siena quella santa operazione, ch’avea fatta san Francesco, lo invitò a casa, e sicevettelo con grandissimo onore quel dì, e anche la notte. E la mattina seguente san Francesco vero umile, il quale nelle sue operazioni non cercava se non la gloria di Dio, si levò per tempo col suo compagno, e partissi senza saputa del Vescovo. Di che il detto Frate Masseo andava mormorando tra se medesimo, dicendo per la via: Che è quello, ch’ha fatto questo buono uomo? me fece aggirare come uno fanciullo, e al Vescovo, che gli ha fatto tanto onore, non ha detto pure una parola, në ringraziatolo; e parea a Frate Masseo, che san Francesco si fosse portato così indiscretamente. Ma poi per divina ispirazione ritornando in sè medesimo, e riprendendosi infra ’l suo cuore, disse Frate Masseo: Tu se’ troppo, superbo il quale giudichi le opere divine, e se’ degno dello inferno, per la tua indiscreta superbia; imperocchè nel dì di ieri Frate Francesco fece sì sante operazioni, che se le avesse fatte l’Angelo di Dio, non sarebbero state più maravigliose: onde se ti comandasse, che gittassi le pietre, sì lo dovresti fare, e ubbidirlo: chè, ciò che egli ha fatto in questa via, è proceduto dall’operazione divina, siccome si dimostra nel buono fine ch’è seguito; perocchè, se non avesse rappacificati coloro, che combattevane insieme, non solamen-