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cipio del mondo per infino al tempo che è ora, e in tutto questo tempo avesse sostenuta ogni avversità, tribolazione, pene, afflizioni e dolori; e costui morisse e l’anima sua andasse a ricevere quello eterno bene celestiale; ma che gli nuocerebbe tutto quello male, che avesse sostenuto al tempo passato? E così similmente: se l’uomo avesse avuto, tutto il tempo predetto, ogni bene e ogni dilettazione, piacere e consolazione del mondo, e poi morendo, l’anima sua ricevesse quelle eternali pene dello inferno; ma che gli gioverebbe ogni bene; ch’egli avesse ricevuto al tempo passato? Uno uomo vagabondo disse a frate Egidio: Io sì ti dico che volentieri vorrei vivere molto tempo in questo mondo, e avere grandi ricchezze e abbondanza d’ogni cosa; e vorrei essere molto onorato; al quale frate Egidio disse: Fratello mio, ma se tu fossi Signore di tutto il mondo, e dovessi vivere in esso mille anni in ogni dilettazione, delizie e piaceri e consolazioni temporali, deh dimmi, che premio, o qual merito aspetteresti d’avere di questa tua misera carne, alla quale tanto tu vorresti servire e piacere? Ma io ti dico; che l’uomo che bene vive secondo Iddio, e che si guarda di non offendere Iddio, certo egli riceverà da esso Iddio sommo bene e infinito premio eternale e grande abbondanza e grande ricchezza e grande onore e lunga vita eternale in quella perpetua gloria celestiale; alla quale ci produca esso buono Iddio, Signore e Re nostro Gesù Cristo, a laude di esso Gesù Cristo, e del poverello Francesco.