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di s. francesco 233


istudiarsi, ed affrettarsi con ogni efficacia e sollecitudine di cavare quello tesoro celestiale lo quale si truova nelle sante religioni e congregazioni spirituali, senza domandare tanti consigli! E quello secolare, udendo cotesta risposta, incontanente distribuì quello che possedeva alli poveri, e così dispogliato d’ogni cosa subito entrò nella religione. Dicea frate Egidio: molti uomini entrarono nella religione, e non mettono però in effetto, e in operazione quelle cose, le quali appartengono al perfetto stato della santa religione; ma questi cotali sono assomigliati a quello bifolco, che si vestì dell’armi d’Orlando, e non sapea pugnare nè armeggiare con esse. Ogni uomo non sa cavalcare il cavallo restio e malizioso; e se pure lo cavalca, forse non saprebbe guardarsi di cadere, quando il cavallo corresse o maliziasse. Ancora disse frate Egidio: Io non reputo gran fatto che l’uomo sappia entrare in nella corte del Re; nè non reputo gran fatto, che l’uomo sappia ritenere alcune grazie, ovvero benefizii dello Re; ma il grande fatto si è, che elli sappia bene istare e abitare e conversare nella corte dello Re, perseverando discretamente secondo che si conviene. Lo stato di quella corte del Grande Re Celestiale si è la santa religione, nella quale non è fatica sapere entrare e ricevere alcuni doni, e grazie da Dio; ma il grande fatto si è che l’uomo sappia bene vivere e conversare e perseverare in essa discretamente per insino alla morte. Ancora disse frate Egidio: Io vorrei innanzi essere nello stato secolare, e continovamente sperare e desiderare con divozione d’entrare nella religione, che non vorrei istare nello abito vestito nella santa religione, senza esercizio d’opere virtuose, perseverando in pigrizia e in negligenza. Ed imperò dovrebbe l’uomo religioso sempre isforzarsi di vivere bene e virtuosamente, sapendo che egli non può vivere in altro stato, che in nella sua professione. Una volta disse frate Egidio: A me pare, che la religione de’ frati Minori veramente si fusse mandata da Dio, per utilità e grande edificazione della