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tenuto in grande riverenza, dispregia te medesimo, e fa’ riverenza a coloro che ti fanno dispregio e vituperio; se tu vuogli avere sempre bene, sostieni sempre male; se tu vuogli essere benedetto, desidera che ogni gente ti maledisca, e dica male di te: e se tu vuogli avere verace quiete ed eternale, affaticati ed affliggiti, e desidera ogni afflizione temporale. O quanto è grande sapienza, sapere fare e operare queste cose; ma perchè queste sono cose grandi ed altissime, però sono concedute da Dio a poche persone. Ma veramente chi studiasse bene tutte le predette cose, e mettessele in operazione, dico che non gli bisognerebbe andare a Bologna, nè a Parigi, per apparare altra teologia; imperocchè se l’uomo vivesse mille anni, e non avesse a fare alcuna cosa esteriore, o non avesse a dire alcuna cosa colla lingua; dico, che assai arebbe che fare esercitandosi dentro dal suo cuore, lavorando intrinsicamente in nella purgazione e dirizzamento e giustificazione della mente e dell’anima sua. Non dovrebbe l’uomo volere, nè vedere, nè udire, nè favellare nessuna cosa, se non in quanto fosse utilità dell’anima sua. L’uomo, che non conosce se, non è conosciuto. Ed imperò guai a noi, quando riceviamò li doni e le grazie del Signore, e non li sappiamo conoscere: ma più guai a quelli, che non li ricevono, nè conoscono, nè anche non si curano d’acquistarle nè d’averle. L’uomo si è alla immagine di Dio, e come vuole, così si tramuta; ma esso buono Iddio mai non si tramuta.

XIII. Capitolo della scienza utile, e non utile.

L’uomo che vuole sapere molto, debbe adoperare molto, e debbe umiliarsi molto, abbassando se medesimo e inchinando il capo, tanto che ’l ventre vada per terra; ed allora il Signore gli darà la molta scienza e sapienza. La somma sapienza si è a fare sempre bene, operando virtuosamente e guardandosi bene da ogni difetto e da ogni cagione di difetto, e sempre