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di s. francesco 227


una devozione soave dello Spirito Santo, ed uno ratto e suspensione di mente inebriata in nella contemplazione di quello gusto ineffabile della dolcezza divina; ed una dolce e queta e soave dilettazione dell’anima, che sta sospensa e ratta con grande ammirazione di gloriose cose superne celestiali; ed uno infocato sentimento intrinseco di quella gloria celestiale ed innarrabile.

XII. Capitolo della santa cautela spirituale.

O tu servo del Re celestiale, che vuoi imparare li misterii e le cautele utili e virtuose della santa dottrina spirituale, apri bene le orecchie dello intelletto dell’anima tua, e ricevi con desiderio di cuore, e serba sollecitamente nella casa della tua memoria questo prezioso tesoro di queste dottrine e ammonimenti e cautele spirituali, le quali io ti dico; per le quali tu sarai illuminato e dirizzato nel tuo viaggio, cioè della vita spirituale, e sarai difeso dalli maligni e sottili assalimenti delli tuoi inimici materiali ed immateriali, e andrai con umile audacia sicuro navigando per questo mare tempestoso di questa vita presente, per infino a tanto che tu perverrai al desiderato porto di salute. Adunque, figliuolo mio, intendi bene e nota quello ch’io ti dico: Se tu vuoi ben vedere, traeti gli occhi e sia cieco; e se tu vuogli bene udire, diventa sordo; e se tu vuogli bene parlare, diventa mutolo: e se tu vuogli bene camminare, sta’ fermo e cammina colia mente; se tu vuoi bene adoperare, mozzati le mani e adopera col cuore; e se tu vuogli bene amare, abbi in odio te medesimo: e se tu vuogli bene vivere, mortifica te medesimo; se tu vuogli bene guadagnare ed essere ricco, perdi e sia povero; e se tu vuogli bene godere e stare in riposo, affliggi te medesimo e sta’ sempre in timore, ed abbi a sospetto te medesimo; se tu vuogli essere esaltato ed avere grande onore, umiliati e vitupera te medesimo: se tu vuogli essere