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di s. francesco | 217 |
stitade perocchè la suavissima castitade per sè sola ha in sè alcuna perfezione; ma non è alcuna virtude, che possa essere perfetta senza la castitade. Uno frate domandò frate Egidio dicendo: Padre, non è maggiore e più eccellente la virtù della caritade, che non è quella della castitade? E frate Egidio disse: Dimmi, fratello, qual cosa si truova in questo mondo più casta, che la santa caritade? Molte volte cantava frate Egidio questo Sonetto cioè: O santa castità, Deh quanto è la tua bontà! Veramente tu se’ preziosa, e tale, E tanto è soave il tuo odore, Che chi non ti assaggia, non sa quanto vale. Imperò li stolti non conoscono il tuo valore. Un frate domandò frate Egidio, dicendo: Padre, tu che tanto commendi la virtù della castitade, pregoti che tu mi dichiari, che cosa è castitade, al quale frate Egidio rispose: Fratello mio, io ti dico, che propriamente è chiamata castitade, la sollecita custodia e continua guardia delli sensi corporali e spirituali, conservandoli al solo Iddio puri e immacolati.
IX. Capitolo delle tentazioni.
Le grandi grazie che l’uomo riceve da Dio, non le può l’uomo possedere in tranquilla pace; perocchè nascono molte cose contrarie e molte conturbazioni, e molte avversitadi contra esse grazie, imperciocchè l’uomo quanto è più grazioso a Dio, tanto è più fortemente combattuto e pugnato dalli Demonii. Però l’uomo non debbe mai cessare di combattere, per poter seguitare la grazia che ha ricevuta da Dio; perocchè quanto la battaglia sarà più forte, tanto sarà più preziosa la corona, se egli vincerà la pugna. Ma noi non abbiamo molte battaglie, nè molti impedimenti, nè molte tentazioni: imperocchè noi non siamo tali, come noi dovremmo essere in nella vita spirituale. Ma ben è vero, che se l’uomo andasse bene e discretamente per la via di Dio, non avrebbe nè fatica nè tedio nel viaggio suo, ma l’uomo che va per la via del secolo, non potrà mai fuggire