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avendogli compassione, pregando Iddio efficacemente per lui. Quanto l’uomo è forte a sostenere e patire le ingiurie e le tribolazioni pazientemente per l’amore di Dio, tanto è grande appresso a Dio, e non più: e quanto l’uomo è più debole a sostenere li dolori e le avversitadi per lo amore di Dio, tanto è minore appresso di Dio. Se alcuno uomo ti lodasse dicendo di te bene, rendi quella laude al solo Iddio; e se alcuno dice di te male o vituperio, aiutalo tu dicendo di te medesimo male e peggio. Se tu vuoi fare buona la tua parte, sempre ti studia di fare cattiva la tua, e quella del compagno fa’ buona, sempre incolpando te medesimo, e sempre lodando e veramente iscusando il prossimo. Quando alcuno vuole contendere o litigare teco, se tu vuogli vincere, perdi, e vincerai; perocchè se tu volessi litigare per vincere, quando tu crederesti avere vinto, allora tu ti troveresti d’aver perduto grossamente. Ed imperò, fratello mio, credimi per certo, che la diritta via della salvazione, si è la via della perdizione. Ma quando non siamo buoni portatori delle tribolazioni, allora non possiamo essere perseguitatori delle eternali consolazioni. Molto maggiore consolazione, e più meritoria cosa è a sostenere le ingiurie e li improperii pazientemente senza mormorazione, per l’amore di Dio, che non è a pascere cento poveri, e digiunare ogni di continuamente. Ma che utilità è all’uomo, o che gli giova a dispregiare se medesimo e dare molte tribolazioni al corpo suo con grandi digiuni e vigilie e discipline, non potendo sostenere una piccola ingiuria del suo prossimo? Della qual cosa l’uomo riceverà moito maggior premio e maggior merito,. che di tutte le afflizioni, che l’uomo si possa dare di sua propria volontade; perocchè a sostenere gl’improperii e le ingiurie del suo prossimo con umil pazienza: senza mormorazione, molto più tosto purga li peccati, che non fa la fonte delle molte lagrime. Beato quell’uomo, che sempre tiene dinanzi agli occhi della mente sua la memoria delli suoi peccati e li benefizi