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di s. francesco 205


gire questa superbia? al quale frate Egidio rispose: Fratello mio, disponti di questo, cioè non sperare giammai di potere fuggire la superbia, se in prima tu non poni la bocca dove tu tieni li piedi; ma se tu consideri bene li beneficii di Dio, allora, tu conoscerai bene, che per debito tu se’ tenuto d’inchinare il capo tuo. E ancora, se tu penserai bene li tui difetti, e le molte offensioni che hai fatte a Dio, al postutto arai cagione d’umiliarti. Ma guai a quelli, che vogliono essere onorati della loro malizia! Un grado d’umiltade è in colui, lo quale si conosce esser contrario al suo proprio bene. Un grado d’umiltade a rendere le cose altrui a colui di cui sono, e non appropiarle a se medesimo; cioè a dire, ch’ogni bene e ogni virtù che l’uomo truova in se, non la debba appropriare a se; ma solamente a Dio, dal quale procede ogni grazia e ogni virtù e ogni bene; ma ogni peccato e passione dell’anima, o qualunque vizio l’uomo truova in se, si debbe appropriarlo a se, considerando che procede da lui medesimo e dalla propria malizia e non da altri. Beato quello uomo, che si conosce e reputasi vile dinanzi a Dio, e così dinanzi agli uomini! Beato colui che sempre giudica se, e condanna se medesimo e non altrui! perocchè egli non sarà giudicato da quello terribile e ultimo giudicio eternale. Beato colui, che andrà sottilmente sotto il giogo della obbedienza, e sotto il giudicio d’altri, siccome fecero li santi Apostoli, dinanzi e dappoi che ricevettero lo Spirito Santo Ancora disse frate Egidio: Colui che vuole acquistare e possedere perfetta pace e quiete, conviene che reputi ogni uomo per suo superiore, e conviene che egli sempre si truovi suddito, e inferiore di tutti. Beato quello uomo, che non vuole nelli suoi costumi e in nel suo parlare esser veduto, nè conosciuto, se non in quella pura composizione e in quello adornamento semplice, lo quale Iddio gli adornò e lo compuose! Beato quello uomo, che sa conservare e ascondere je rivelazioni e le consolazioni divine! perocchè