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Sepolcro di Cristo, e gli altri santi luoghi con grande divozione. E ritornando, soprastette nella città d’Ancona per più giorni; e perocch’egli era usato di vivere della sua fatica, si facea sporte di giunchi, e vendeale non per danari, ma per lo pane per sè e per lo compagno, e portava li morti alla sepoltura per lo sopraddetto prezzo. E quando questo li mancava, ritornava alla mensa di Gesù Cristo, addomandando limosina ad uscio ad uscio. E così con molta fatica e povertà, ritornò a Santa Maria degli Angeli.

IV. Come frate Egidio loda più la obbedienza,
che la orazione.

Una volta uno frate istava in cella sua in orazione, e il Guardiano suo gli mandò a dire per la obbedienza ch’egli andasse per la limosina. Di che subito n’andò a frate Egidio, e disse: Padre mio, io era in orazione, el Guardiano m’ha comandato che io vada per lo pane: e a me pare sia meglio di stare in orazione. Rispuose frate Egidio: Figliuolo mio non hai ancora conosciuto nè inteso, che cosa sia orazione? Vera orazione si è di fare la volontà del Prelato suo; ed è segno di grande superbia di colui, il quale ha messo il collo sotto al giogo della obbedienza santa, quando per alcuno rispetto la vieta, per fare la sua volontade, quantunque gli paia d’operare più perfettamente. Il religioso perfetto obbediente è simile al cavaliere, che è sopra un poderoso cavallo, per la cui virtù passa intrepido per lo mezzo del cammino; e per contrario il religioso inobbediente e rammaricoso e non volontario è simile a colui, che siede sopra d’uno cavallo magro e infermo e vizioso, perocchè con poca fatica rimane o morto, o preso dalli nemici. Dicoti, che se l’uomo fosse di tanta divozione ed elevazione di mente, che parlasse con gli Angeli, e in questo parlare egli fosse chiamato dal suo Prelato, subito debbe lasciare il colloquio degli Angeli, e obbedire al suo maggiore.