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e uccidelo, e, cottolo, il porta con molta devozione e con grande pianto a santa Maria degli Angeli, e diello a mangiare a questi santi Frati, per la compassione della detta ingiuria fatta a loro. San Francesco, considerando la semplicitade e la pazienza nella avversità del detto santo frate Ginepro, alli compagni e alli altri circostanti disse: Così, fratelli miei, volesse Iddio che di tali Ginepri io n’avessi una magna selva:

II. Esemplo di frate Ginepro di grande podestà
contro al Demonio.

Imperocchè li Demonii non poteano sostenere la purità della innocenza e profonda umiltade di frate Ginepro, siccome questo appare in ciò; che una volta uno indemoniato, oltre a ogni sua consuetudine, e con molta diversitade gittandosi fuori della via, con repente corso si fuggì per diversi tragetti sette miglia. E addomandato e avuto dai parenti, li quali il seguitavano con grande amaritudine, perchè tanta diversitade fuggendo avea fatta, ed egli rispose: La cagione è questa: imperocchè quello istolto Ginepro passava per quella via; non potendo sostenere la sua presenza, nè aspettare, io son fuggito infra questi boschi. E certificandosi di questa veritade, trovarono che frate Ginepro in quella ora era venuto, siccome il Demonio avea detto. Onde san Francesco, quando gli erano menati gli indemoniati acciocch’eglino guarissero, se subito non si partivano al suo comandamento, diceva: Se tu non esci di subito di questa creatura, io ti farò venire contro a te frate Ginepro ed allora il Demonio, temendo la presenza di frate Ginepro, e la virtù e la umiltà di san Francesco non potendo sostenere, di subito si partiva.