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nome Landolfo, il quale era divotissimo di san Francesco, e finalmente per le sue mani ricevette l’abito del terzo ordine, fu in questo modo certificato della morte di san Francesco, e delle sue sacre sante gloriose Istimate; che essendo san Francesco vicino alla morte, in quel tempo entrò il Demonio addosso a una femmina del detto Castello, e crudelmente la tormentava e con questo la faceva parlare per lettera sì sottilmente, che tutti li savi uomini e litterati, che veniano a disputare con lei, ella vincea. Avvenne, che partendosi da lei il Demonio, la lasciò libera due dì: ed il terzo di ritornando in lei l’affliggeva troppo più crudelmente che prima. La quale cosa udendo Landolfo, se ne va a questa femmina, e domanda il Demonio che abitava in lei, quale era la cagione, che s’era partito da lei due dì, e poi tornando la tormentava più aspramente che prima. Risponde il Demonio: Quando io la lasciai fu, ch’io con tutti li miei compagni che sono in queste parti, ci raccogliemmo insieme, e andammo molto forti alla morte del mendico Francesco, per disputare con lui e prendere l’anima sua ma essendo ella attorneata e difesa da maggiore moltitudine di Angeli che non eravamo noi, e da loro portata dirittamente in Cielo: e noi ci siamo partiti confusi, sicchè io ristoro e rendo a questa misera femmina quello, che in que’ due dì io ho lasciato. E allora Landolfo lo scongiurò dalla parte di Dio, che dovesse dire quello che era di verità della santità di san Francesco il quale diceva ch’era morto, e di santa Chiara ch’era viva. Risponde il Demonio: Dirottene, o voglia o no, quello che è vero. Egli era tanto indegnato Iddio Padre contra gli peccati del mondo, che in brieve parea che volesse dare contra gli uomini, e contra alle femmine la diffinitiva sentenza, e disterminargli dal mondo, se non si correggessero. Ma Cristo suo figliuolo, pregando per gli peccatori, promise di rinnovare la sua vita e la sua passione in uno uomo, cioè in Francesco poverello e mendico; per la cui vita