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168 | fioretti |
nerazione, quando moristi in sul legno della Croce, che tu abbi misericordia dell’anima di quello mio Frate; e Cristo similmente passava, e non lo esaudiva. E dando la volta intorno al chiostro, ritornava la terza volta, e passava dinanzi al Capitolo; ed allora san Francesco, inginocchiandosi come prima, li mostrò le mani e li piedi e ’l petto, e disse così: Io ti priego, pietoso Padre e Signore, per quello grande dolore e grande consolazione ch’io sostenni, quando tu imponesti queste Istimate nella carne mia, che tu abbi misericordia dell’anima di quello mio Frate, che è in quello fuoco di Purgatorio. Mirabile cosa! essendo pregato Cristo questa terza volta da san Francesco sotto il nome delle sue Istimate, immantinente ferma il passo e riguarda le Istimate; ed esaudisce il priego, e dice cosi: A te, Francesco, io concedo l’anima del frate tuo. Ed in questo, per certo volle onorare e confermare le gloriose Istimate di san Francesco, e apertamente significare, che l’anime dei suoi frati che vanno al Purgatorio, non più agevolmente che in virtù delle sue Istimate, sono liberate dalle pene, e menate alla gloria di Paradiso, secondo le parole, che Cristo imprimendogliele, disse a san Francesco. Onde subitamente dette queste parole, quel fuoco del chiostro isvani, e il Frate morto se ne venne a san Francesco; e insieme con lui e con Cristo, tutta quella beata compagnia col loro Re glorioso, se ne andò in Cielo. Della qual cosa questo suo compagno Frate ch’avea pregato per lui, veggendolo liberato dalle pene e menatolo a Paradiso, ebbe grandissima allegrezza; e poi narrò agli altri Frati per ordine tutta la visione, ed insieme con loro laudò è ringraziò Iddio.
Un nobile Cavaliere da Massa di san Pietro, che avea