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dugento ottantadue, a dì... del mese d’Ottobre, Frate Filippo Ministro di Toscana, per comandamento di Frate Giovanni Buonagrazia Generale Ministro, richiese per santa obbedienza Frate Matteo da Castiglione Aretino, uomo di grande divozione e santità che gli dicesse quello che sapea del dì e dell’ora, nella quale le sacre sante Istimate furono da Cristo impresse nel corpo di san Francesco; imperocchè sentiva, che di ciò egli ne avea avuto rivelazione. Il quale frate Matteo costretto dalla santa obbedienza, gli rispose cosi: Istando io di famiglia alla Vernia, questo anno passato del mese di Maggio, io mi posi uno di in orazione nella cella, che è nel luogo, dove si crede che fu quella apparizione serafica. Ed in nella mia orazione io pregai Iddio divotissimamente, che gli piacesse di rivelare a qualche persona il dì e l’ora e ’l luogo, nel quale le sacre sante Istimate furono impresse nel corpo di san Francesco. E perseverando io in orazione ed in questo priego più oltre che il primo sonno, e’ m’apparve san Francesco con grandissimo lume, e sì mi disse: Figliuolo, di che prieghi tu Iddio? Ed io gli dissi: Padre, priego di cotale cosa. Ed egli a me disse: Io sono il tuo Padre Francesco: conoscimi tu bene? Padre, diss’io, sì. Allora egli mi mostrò le sacre sante Istimate delle mani e de’ piedi e del costato, e disse: Egli è venuto tempo, che Iddio vuole che si manifesti a gloria sua quello, che i Frati per addietro non si sono curati di sapere. Sappi, che colui che mi apparve non fu Angelo, ma fu Gesù Cristo in ispezie di Serafino; il quale colle sue mani m’impresse nel corpo mio queste piaghe, siccome egli le ricevette nel corpo suo in sulla Croce; e fu in questo modo: che il dì innanzi alla Esaltazione della Santa Croce, venne a me un Angelo, e dissemi dalla parte di Dio ch’io m’apparecchiassi a pazienza e a ricevere ciò, che Iddio mi volesse mandare. Ed io rispuosi, ch’io era apparecchiato a ricevere a sostenere ogni cosa, che fosse a piacere di Dio. Poi la mattina seguente, cioè la mattina di Santa Croce,