perciocchè l’Ordine suo si dovea ampliare e crescere in grande moltitudine di Frati; e in cotesta rivelazione cominciò san Francesco a prendere luoghi in quelle contrade. E ritornando san Francesco per la via di prima, ritrovò Frate Bernardo e l’infermo, con cui l’avea lasciato, perfettamente guarito, onde san Francesco concedette l’anno seguente a Frate Bernardo ch’egli andasse a san Giacomo; e così san Francesco si ritornò nella Val di Spoleto: e istavasi in uno luogo diserto egli, e Frate Masseo e Frate Elia, ed altri: i quali tutti si guardavano molto di nojare o storpiare san Francesco della orazione: e ciò faceano per la grande reverenza che gli portavano, e perchè sapeano, che Iddio gli rivelava grandi cose nelle sue orazioni. Avvenne un dì, che essendo san Francesco in orazione nella selva, un giovane bello, apparecchiato a camminare, venne alla porta del luogo; e picchiò sì in fretta e forte, e per sì grande spazio, che i Frati molto se ne maravigliarono di così disusato modo di picchiare. Andò Frate Masseo, e aperse la porta, e disse a quello giovane: Onde vieni tu, figliuolo, che non pare che tu ci fossi mai più: sì hai picchiato disusatamente? Rispose il giovane: e come si dee picchiare? Disse Frate Masseo: Picchia tre volte l’una dopo l’altra di rado: poi t’aspetta tanto che il Frate abbia detto il pater nostro e venga a te; e se in questo intervallo e’ non viene, picchia un’altra volta. Rispose il giovane: Io ho gran fretta, e però picchio così forte, perciocchè io ho a fare lungo viaggio, e qua son venuto per parlare a Frate Francesco; ma egli sta ora nella selva in contemplazione, e però non lo voglio storpiare: ma va’ e mandami Frate Elia, ch’io gli voglio fare una quistione, perchè io intendo che egli è molto savio. Va Frate Masseo, e dice a frat’Elia che vada a quel giovane: ed egli se ne scandalizza, e non vuole andare; di che Frate Masseo non sa che si fare, ne che rispondere a colui; imperciocchè se dice, Frate Elia non può venire, mentiva; se dicea, come era turbato, e non vuol venire,