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l’ora innanzi, il detto frate Lione con grande puritade e buona intenzione, cominciò ad iscrutare, e considerare la vita di san Francesco: e per la sua puritade, egli si meritò di vedere più e più volte san Francesco ratto in Dio, e sospeso da terra, alcuna volta in ispazio d’altezza di tre braccia, alcuna volta di quattro, alcuna volta insino all’altezza del faggio; e alcuna volta lo vide levato in aria tanto alto, e attorniato di tanto isplendore, che egli appena il potea vedere. E che facea questo semplice frate, quando san Francesco era sì poco elevato da terra, ch’egli il potea aggiugnere? Andava costui pianamente, e abbracciavagli i piedi, baciavagli, e con lagrime dicea; Dio mio, abbi misericordia di me peccatore, e per li meriti di questo Santo uomo, fammi trovare la grazia tua. E una volta tra l’altre, istando egli così sotto i piedi di san Francesco, quando egli era tanto levato da terra, che non lo potea toccare, egli vide una cedola, scritta di lettere d’oro, discendere di Cielo, e porsi in sul capo di san Francesco, nella quale cedola erano iscritte queste parole: Qui è la grazia di Dio; e poi che l’ebbe letta, sì la vide ritornare in Cielo. Per lo dono di questa grazia di Dio, ch’era in lui, san Francesco non solamente era ratto in Dio per contemplazione estatica, ma eziandio alcuna volta era confortato da visitazione angelica. Onde istandosi un dì san Francesco, e pensando della morte sua, e dello stato della sua Religione dopo la vita sua, e dicendo: Signore Iddio, che sarà dopo la mia morte della tua famiglia poverella, la quale per la tua benignità hai commessa a me peccatore? chi li conforterà? chi gli correggerà? chi ti pregherà per loro? e simiglianti parole dicendo, sì gli apparve l’Angelo mandato da Dio, e confortandolo disse così: Io ti dico dalla parte di Dio, che la professione dell’Ordine tuo non mancherà insino al dì del giudizio, e non sarà nessuno sì grande peccatore, che se egli amerà di cuore l’Ordine tuo, egli non truovi misericordia da Dio; e nessuno, che per malizia per-