di frate Giovanni; e molti di loro piangevano per divozione. Alla pertine dopo grande ispazio, cioè quando piacque a Dio frate Giovanni profferì enim corpus meum ad alta voce; e di subito la forma del pane isvanì, e nell’ostia apparve Gesù Cristo benedetto incarnato e glorificato; e dimostrogli la umiltà e carità, la quale il fece incarnare della Vergine Maria, e la quale il fa ogni dì venire nelle mani del Sacerdote, quando consacra l’ostia; per la qual cosa, egli fu più elevato in dolcezza di contemplazione. Onde levato ch’egli ebbe l’ostia ed il calice consacrato, egli fu ratto fuori di sè medesimo; ed essendo l’anima sospesa dalli sentimenti corporali, il corpo suo cadde in dietro; e se non che fu sostenuto dal Guardiano, il quale gli stava dietro, esso cadea supino in terra. Di che, accorrendovi li frati, e li secolari ch’erano in chiesa, uomini e donne, e’ ne fu portato in sagrestia come morto, imperocchè il corpo suo era raffreddato, e le dita delle mani erano rattrappate si forte, che non si poteano appena punto distendere o muovere. E in questo modo giacque così tramortito, ovvero ratto, insino a terza, ed era di state. E perocchè io, il quale le fui a questo presente, desiderava molto di sapere quello, che Iddio avea adoperato inverso lui, immantinente che egli fu ritornato in sè, andai a lui, e pregailo per la carità di Dio, ch’egli mi dovesse dire ogni cosa: onde egli, perchè si fidava molto di me, mi innarrò tutto per ordine e fra l’altre cose, ch’egli mi disse, che considerando egli il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo innanzi, il suo cuore era liquido come una cera molto istemperata, e la carne sua gli parea che fosse senza ossa, per tal modo che quasi non potea levare le braccia nè le mani, a fare il segno della croce sopra l’ostia, nè sopra il calice. Anche mi disse, che innanzi che si facesse prete, gli era stato rivelato da Dio, ch’egli dovea venir meno nella messa; ma imperocchè già avea dette molte messe, e non gli era quello addive-