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di san francesco 113


letto sposo della anima sua. Alla perfine, quando piacque a Dio di avere provato assai la sua pazienza, e acceso il suo desiderio; un dì, che frate Giovanni s’andava per la detta selva così afflitto e tribolato, per lassezza si puose a sedere, accostandosi ad uno faggio, è stava colla faccia tutta bagnata di lagrime guatando inverso il Cielo; eccoti subitamente apparve Gesù Cristo presso a lui nel viottolo, donde esso frate Giovanni era venuto, ma non dicea nulla. Veggendolo frate Giovanni e ricoscendolo bene, che egli era Cristo, subitamente se gli gettò a piedi, e con ismisurato pianto il pregava umilissimamente, e dicea: Soccorrimi, Signore mio, che senza te, Salvator mio dolcissimo, io sto in tenebre e in pianto; senza te, Agnello mansuetissimo, io isto in angosce ed in pene ed in paura; senza te, Figliuolo di Dio altissimo, io sto in confusione e in vergogna: senza fè, io sono ispogliato d’ogní bene ed accecato, imperocchè tu se’ Gesù Cristo, vera luce delle anime: senza te, io, sono perduto e dannato, imperocchè tu se’ vita delle anime, e vita delle vite; senza te, io sono isterile e arido, perocchè tu se’ fontana d’ogni dono e d’ogni grazia, senza te, io sono al tutto isconsolato, imperocchè tu se’ Gesù nostra redenzione, amore, e desiderio, pane confortativo, e vino che rallegra i cuori degli Angioli, e li cuori di tutti gli Santi; allumina me; maestro graziosissimo, e pastore pietotissimo; imperocch’io sono tua pecorella, benchè indegna sia. Ma perchè il desiderio de’ santi uomini, il quale Iddio indugia a esaudire, sì gli accende a maggiore amore e merito; Cristo benedetto si parte senza esaudirlo, e senza parlargli niente, e vassene per lo detto viottolo. Allora frate Giovanni si leva suso, e corregli dietro, e da capo gli si gitta ai piedi, e con una santa importunitade sì lo ritiene, e con divotissime lagrime il priega, e dice: o Gesù Cristo dolcissimo, abbi misericordia di me tribolato; esaudiscimi per la moltitudine della tua misericordia, e per la veritade della tua salute, e rendimi la letizia