nelle vette dei rami, che erano d’intorno a questo ramo di mezzo, istavano li ministri di tutte le Provincie. E dopo questo, vide Cristo sedere in su uno trono grandissimo è candido, in sul quale Cristo chiamava san Francesco, e davali un calice pieno di spirito di vita, e mandavalo dicendo: Va’, e visita li frati tuoi, e da’ loro bere di questo calice dello spirito di vita; imperocchè lo spirito di Satanas si leverà contro a loro, e percoteragli, e molti di loro caderanno e non si rileveranno. E diede Cristo a san Francesco due Angeli, che lo accompagnassero. E allora venne san Francesco a porgere il calice della vita alli suoi frati e cominciò a porgerlo a frate Giovanni da Parma il quale prendendolo, il bevette tutto quanto in fretta, e divotamente; e subitamente diventò tutto luminoso come il sole. E dopo lui seguentemente san Francesco il porgea a tutti gli altri: e pochi ve n’erano di questi, che con debita reverenza e divozione il prendessero, e bevessino tutto. Quegli che ’l prendeano divotamente, e beveanlo tutto, di subito diventavano isplendidi come il sole; e questi, che tutto il versavano, e non lo prendeano con divozione, diventavano neri, o oscuri e isformati e orribili a vadere: quelli, che parte ne beveano e parte ne versavano, diventavano parte luminosi, e parte tenebrosi, e più e meno, secondo la misura del bere e del versare. Ma sopra tutti gli altri, il sopraddetto frate Giovanni era isplendiente, il quale più compiutamente avea beuto il calice della vita, per lo quale egli avea più profondamente contemplato l’abisso della infinita luce divina; e in essa avea intesa l’avversità e la tempesta, la quale si dovea levare contra al detto arbore, e crollare e commuovere i suoi rami. Per la qual cosa il detto frate Giovanni si partì dalla cima del ramo, nel quale egli stava; e discendendo di sotto a tutti li rami si nascose in sul sodo dello istipite dello arbore, e stavasi tutto pensoso; e uno frate, il quale avea parte preso del calice, e parte