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di san francesco 103

amico di questo frate Giovanni; e giunto il detto frate Matteo a costui il settimo dì della sua tribolazione, salutollo e domandollo come egli stava: Rispuosegli, chè gli stava male, perchè egli era dannato. Allora disse frate Matteo: Non ti ricordi tu, che tu ti se’ molte volte confessato da me, e io t’ho interamente assoluto di tutti i tuoi peccati? non ti ricordi tu ancora, che tu hai servito sempre a Dio in questo santo Ordine molti anni? Appresso non ti ricordi tu, che la misericordia di Dio eccede tutti i peccati del mondo, e che Cristo benedetto nostro Salvatore pagò, per noi ricomperare, infinito prezzo? E però abbi buona isperanza, che per certo tu se’ salvo; e in questo dire, imperocch’ egli era compiuto il termine della sua purgazione, si partì la tentazione, e venne la consolazione. E con grande letizia disse frate. Giovanni a frate Matteo: Imperocchè tu se’ affaticato, e l’ora è tarda, io ti priego, che tu vada a posarti; e frate Matteo non lo volea lasciare; ma pure finalmente, a grande sua istanza, si partì da lui e andossi a posare: e frate Giovanni rimase solo col frate, che il serviva. Ed ecco Cristo benedetto viene con grandissimo splendore, e con eccessiva soavita d’odore secondo che egli avea promesso d’apparirgli un altra volta, quando egli n’avesse maggior bisogno, e sì lo sanò perfettamente da ogni sua infirmitade. Allora frate Giovanni colle mani giunte, ringraziando Iddio, che con ottimo fine avea terminato il suo grande viaggio della presente misera vita, nelle mani di Cristo raccomando e rendè l’anima sua a Dio, passando di questa vita mortale a vita eterna con Cristo benedetto, il quale egli avea così lungo tempo disiderato, e aspettato di vedere. Ed è riposto il detto frate Giovanni nel luogo della Penna di san Giovanni.