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1833. Lemerle-De Mosny; Gendebien-Rogier; Linsmar-De Keunaw; Le prodezze del marchese di Lignano, e di Luciano Claveau. — In un duello alla pistola con avanzata, un signor Lemerle aveva sbagliato l’avversario suo, tale signor de Mosny, che si preparava a fare il suo colpo.

Un signor R..., testimone di de Mosny, comanda la sospensione del combattimento, ordinando ai due avversarî di avanzare sino al limite minimo di dieci passi, limite fissato dalle condizioni pattuite per lo scontro.

Lemerle, assistito da due imbecilli — almeno a quanto pare — fu costretto a subire il fuoco di De Mosny ad una distanza a cui l’avversario suo non avrebbe potuto giungere, se non per la trafila di un altro pajo di palle, sparate da Lemerle.

Comunque, sta di fatto, che il Lemerle ricevette il colpo di de Mosny così bene, che n’andò tosto a visitar Caronte.


Dopo la morte di Lemerle i quattro padrini pensarono di chiedere il consiglio e il parere del generale Exelmans (ci avevano pensato un po’ tardi) relativamente alla correttezza o meno dell’accaduto.

Il generale dichiarò netto, che R.... aveva violato le regole del duello, obbligando un uomo disarmato ad avanzare fino ad un limite che l’avversario stesso non voleva. E soggiunse che, in tutti i casi, tale vantaggio avrebbesi potuto accordare al combattente che non ha ancora sparato, e che a lui solo avrebbe potuto spettare il diritto di reclamarne l’esecuzione. Le pistole poi erano state tolte a prestito dal signor R..., da un veterinario e non erano eguali, nè per la bontà, nè per forma.

R.... le dette ad un armaiuolo perchè cercasse di porle