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colpo il conte E** rischiò di perdere la pistola; il colpo partì e la palla andò a conficcarsi nel suolo a tre passi davanti a lui.

S** volle che si ricaricasse l’arma dell’avversario che vi si oppose, esclamando:

— Tirate, signore; lo voglio!

S** sparò e il conte d’E** cadde mormorando: «È finita!»

S** si slanciò sul morente, e quando s’ccorse che era stato colpito mortalmente, si dette a fuggire come un pazzo.

Con l’animo lacerato dal rimorso S** morì pochi anni dopo.

Prima di rendere l’ultimo anelito, chiamò a sè il figlio, e indicandogli la pistola fatale, attaccata al muro, e ricoperta da un velo nero:

— Conservate quest’arma come la parte più preziosa della mia eredità. I ricordi, che le si collegano, vi rendano meno schiavo di me delle leggi crudeli del punto d’onore. Comunque, vi dirà quanto conta uccidere un uomo!


1832. Il dottor Vacquié; il signor F. David e Barthélemy; Costa e Benoît; Le prodezze del conte Larilliére. — A Agen, siamo nel 1832, l’elezione di un deputato ministeriale, Merle-Massaneau, provocò un duello tra il dottore Vacquié, partigiano dell’eletto, e un certo signor F** militante nel campo avverso.

Il dottore Vacquié vi perdette la vita.

La storia è semplice; ma è quella di tutti i giorni.


Sempre intorno al 1832. Il signor David, gerente del giornale La Garde Nationale, si battè con il signor Barthélemy, redattore del Peuple Souverain, in sostituzione del gerente Maillefer.