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Sta di fatto, che i mulatti specialmente, appena liberi, vollero imitare i bianchi anche nel barbarissimo uso della singolare tenzone. Ma, se la razza di colore per una legge nuova aveva acquistata l’eguaglianza co’ bianchi; non ne aveva appresa l’arte di ben mirare con la pistola.

V’erano bianchi che si vantavano di averne uccisi sei, otto o dieci. Uno raccontava che non aveva potuto fare il settimo, perchè gli era fuggito; ed essendo venuto finalmente a lui un mulatto per chiedergli ragione di una certa ingiuria:

— Vo’ battermi con voi, rispose; ma perchè non facciate come il settimo, che se n’è fuggito: metto per condizione, sine qua non, che vi si legherà la gamba sinistra a un picchetto.

— Va bene; accetto, replicò l’uomo di colore.

— Allora fate il vostro testamento.

All’indomani essendo stato tutto predisposto secondo il convenuto, il mulatto, perchè offeso, sparò per primo senza colpire.

Il bianco si preparava a rispondere, quando s’accorse che l’avversario preso dallo spavento aveva trovato la forza di sbarbicare il picchetto e stava per darsi alla fuga. Il bianco lo lasciò allontanare alquanto e mentre fuggiva, gli sparò addosso, uccidendolo a... volo!

I presenti batterono le mani e l’onore del bianco, dopo questa prodezza, brillò come un faro in mezzo alle tenebre.


1831. Coste e la Legion d’onore dell’ufficiale di polizia; il deputato Dulong e il Generale Bugeaud; il Conte d’E** e il console francese di Lima. — La Croce della Legion d’onore costò la vita ad un ufficiale di polizia che portò la mano su Jacques Coste gerente del Temps.

Ed ecco come. L’ufficiale di polizia era stato nominato cavaliere della Legione, insieme ad altri colleghi. Il Temps aveva criticato questa nomina.

L’ufficiale di polizia, urtato dalla notarella del giornale,