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Damarzid, benchè morente, in uno sforzo supremo spara il suo colpo e ferisce l’avversario al braccio.


Nella stessa epoca un negoziante di Lilla, certo L..., se la godeva a chiacchierare su certe relazioni intime che passavano tra una signora della città con un suo amico H....

— Tu sei un bamboccione, gli dice H..., un po’ seccato. Tieni la lingua a freno, altrimenti te la spunto!

— E tu un.... polisson.

H.... prende i cocci in sì malo modo, che la cordiale amicizia del passato si cambia in odio profondo. Dopo un lungo dibattito e dopo varie peripezie, si addiviene ad uno scontro.

Le preghiere degli amici e dei padrini non valgono a calmare gli animi turbati e tanto meno per indurre L.... a ritirare l’epiteto: «polisson».

Un contadino che scorge i duellanti pronti a far fuoco, corre e si getta in ginocchio tra i contendenti, mentre con le lagrime agli occhi li scongiura a non uccidersi sul campo suo. Tutto inutile. Il contadino vien fatto allontanare, e al primo colpo H.... cade fulminato a terra.


E sempre in quel torno di tempo, racconta Colombey, due marsigliesi, Roqueplane e Durré per una causa rimasta ignota, si battono alla pistola a quindici passi. Roqueplane, designato dalla sorte, apre il fuoco e tira in aria. Durré, irritato, reclama, e pretende che l’arma, ricaricata, sia diretta contro di lui. Non vuole scherzi, Durré, nè coprirsi di ridicolo. Roqueplane cede alla volontà dell’avversario, spara e non colpisce. Durré tira a sua volta e uccide Roqueplane. Cazelles, Treins, L.... e Durré sono processati.

La Corte di Cassazione chiamata a statuire sul primo duello, decide: «che, nel duello havvi sempre una conven-