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e 1817, il signor de C**, Guardia del corpo, si trovava in un caffè del Palais-Royal, ove bazzicava un certo B**, capitano di fanteria, conosciuto conio un valente.... accattabrighe. Qualche parola fu scambiata tra i due ufficiali: parole triviali, grossolane da parte del capitano B**: misurate, spiritose e piene di buona creanza dalla parte del suo interlocutore.

L’educata riservatezza della Guardia del corpo, attizzò vieppiù l’insolenza dello spadaccino, mentre non diminuiva la moderazione di de C**. La sdegnosa indifferenza mostrata da questi, invelenì la collera del capitano, che afferrata una tazza di ponce, la posò con violenza sulla nuca del calmo avversario, ch’egli insultava.

Il combattimento fu istantaneo: il de C**, senz’armi si fece imprestare la spada da un suo amico presente, l’ufficiale Durolez, che era stato testimone dell’insulto. Il capitano B** ricevette una stoccata in pieno petto e cadde morto. Era il giudizio di Dio!

I suoi testimoni, quasi furtivamente, portarono la salma del capitano a casa sua, in via Notre Dame des Victoires.

Le circostanze singolari e tragiche di questo duello fecero chiasso: il ministro della giustizia ne fu prevenuto; ma quando ben appurò i fatti, sentenziò: Non facciamone niente: ci hanno sbarazzato di un uomo pericoloso, di un rompicollo, dov’è il male?


Il pittore Garneray, incaricato da Carlo X di comporre la battaglia di Navarrino, avendo fatto il viaggio della Grecia sulla Cararane, ebbe a lagnarsi del contegno di quel capitano Raymonard.

A torto o a ragione, non si sa: ma, sta di fatto, che i rapporti tra i due erano quanto mai tesi, allorchè la nave entrò nel Lazzaretto di Tolone. Garneray ammalato, fu deposto a terra. Privato delle cure del medico di bordo, abbandonato completamente, sotto la ispirazione della febbre scrisse al capitano una lettera molto risentita. Questi lo mandò a sfi-