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— Non si tratta di vigore in queste faccende; ci vuole dell’abilità!... Andiamo, andiamo; voi siete un giovanotto di gran cuore; riconosco i miei torti e.... addio!
— No; io voglio una soddisfazione!
— Ma se vi ho presentate le mie scuse, io, il.... colonnello Dufaï! Cosa pretendete di più?
— Voglio una riparazione con le armi.
— Non ci contate.
— Forse che il colonnello Dufaï avrebbe paura?
Il colonnello fa di spalla e accenna ad allontanarsi.
Raoul si fa strada tra gli amici che cercano di calmarlo, e con la mano tocca sul viso il colonnello.
— Se non lo sapete, ve lo dico io: siete un vile!
— Egli ha portato la mano su di me, urla il colonnello imbestialito; disgraziato lui!
Il colonnello pretende una riparazione immediata. Due amici di Raoul corrono da un armaiuolo vicino e tornano con due spade e tutti insieme se ne vanno in una stradicciola che dà sul Louvre. Dufaï e Raoul tolgono gli abiti e si precipitano l’un sull’altro.
Il colonnello disarma l’avversario; questo raccoglie la spada e si ripone in guardia; ma per quattro volte è disarmato.
— Non posso assassinarvi, esclama il colonnello; cerchiamo un altro mezzo!
E propone un duello alla pistola a oltranza; ma non è accettato, perchè impraticabile in una strada.
Che fare? Si ode il rumore di una carrozza; Dufaï si batte la fronte: «Ho trovato!»
— Signori, fermate la vettura e correte dall’armàiuolo per cambiare le spade in due pugnali eguali per tempra e per lunghezza.
— Tu sei vigoroso, Raoul; ti senti il coraggio di attaccarmi di fronte, come mi hai attaccato alle spalle?
— Vi ho attaccato così, per obbligarvi a concedermi il combattimento che m’avevate rifiutato.
— Si tratta di un duello a morte.
— È così, che la intendo anch’io.