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Ma purtroppo la vertenza non era terminata. Infatti, Cavallotti pubblicava nel Don Chisciotte la lettera che segue e che riassumeva lo stato della questione:
Roma, 2 marzo 98.
Il deputato Macola non vuol capire che tutti hanno già capito ch’egli ama di far del rumore intorno a sè, con molte
Una pubblicazione del Don Chisciotte in data odierna, poco esatta nella esposizione dei fatti, obbliga me a pubblicare il verbale, che chiude una mia vertenza coll’on. Cavallotti; verbale che faccio seguire da poche altre righe di spiegazione.
«Roma, 27 febbraio 1898.
«Il giorno 27 febbraio 1898, in una delle sale di Montecitorio si sono riuniti gli on. Felice Santini ed Eugenio Valli padrini dell’on. Macola, e gli on. Ippolito Niccolini ed Ettore Socci padrini dell’on. Cavallotti. In seguito ad una lettera pubblicata nel Secolo di Milano in data 24-25 corrente dall’on. Cavallotti all’indirizzo dell’on. Macola, e per la quale quest’ultimo gli chiede una spiegazione o una riparazione per mezzo delle armi.
«Che l’on. Cavallotti si mise a disposizione completa dell’on. Macola col mezzo dei suoi padrini onorevoli Giampietro e Marazzi.
«Che in seguito alla dichiarazione del signor Miaglia, dalla quale appariva che il telegramma da lui spedito alla Gazzetta di Venezia, come corrispondente ordinario e che diede origine alla lettera al Secolo dell’on. Cavallotti, cessava ogni ragione di soluzione cavalleresca fra gli on. Macola e Cavallotti.
«Che mentre il verbale era stato concordato in questo senso dai quattro rappresentanti, l’on. Cavallotti venne a leggere nella Gazzetta di Venezia, in data 25 febbraio corrente, un articolo che lo riguardava o che secondo lui riapriva la questione.
«Che essendosi assentati da Roma per loro particolari interessi gli on. Giampietro e Murazzi, l’on. Cavallotti li sostituì cogli on. Niccolini e Socci.