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«Ed è in questo modo che il presidente Bonacci non «consentì alla mia pretesa» e che io «dovetti ritirarmi senz’altro».

«Oh povera Gazzetta di Venezia! — Ma servirà la lezione?

«Che, che! a rivederci alle bugie prossime. Un po’ di spasso, in mezzo alle noie della politica, non guasta mai.»


A questa lettera, la Gazzetta di Venezia, del 25, diretta dall’on. Macola, rispondeva:

«Quel paglietta della democrazia secolina che è il deputato Cavallotti, se la prende con la Gazzetta di Venezia a proposito della seguente notizia mandataci dal corrispondente romano, in data del 16 febbraio ultimo scorso:

«Il deputato Cavallotti volle intervenire alla seduta della Commissione, benchè non invitato, per dare spiegazioni sugli articoli incriminati.

«L’on. Bonacci, che fa parte della Commissione, non consentì alla pretesa del Cavallotti, essendo estraneo alle funzioni della Commissione discutere in merito alla domanda.

«E il deputato Cavallotti dovette ritirarsi, senz’altro.

«Dopo di che la Commissione ha all’umanità deliberato di proporre alla Camera l’autorizzazione.»

«Nel prendersela colla Gazzetta, il deputato Cavallotti cita anche una cartolina scritta all’on. Macola tempo fa, ma dimentica di citare la lettera in risposta ricevuta.

Sappiamo intanto che il nostro direttore, quantunque all’oscuro dell’origine della notizia, data dal corrispondente, perchè assente dalla capitale, e da Venezia, chiederà al bardo ragione delle parole contro la Gazzetta di Venezia, non avvezza ad incensare i ciarlatani.

Il nostro corrispondente da Roma ci manda poi su tale questione la seguente dichiarazione: