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Luna, che rispose di mettersi a disposizione del signor tenente, qualora il signor Vinardi avesse declinato la responsabilità dell’articolo offensivo. Ma il Vinardi si dichiarò prontissimo a dare la soddisfazione che il tenente chiedeva, e senz’altro furono stabilite le condizioni dello scontro.

Si prescelse la sciabola, senza esclusione di colpi, alla condizione che il combattimento cesserebbe, allorquando i medici dichiarassero che uno dei duellanti fosse impossibilitato a proseguire nella lotta.

Il duello ebbe luogo il 15 settembre, alle ore 18 (6 p.), in una palazzina posta sullo stradale di Marene, poco lungi da Savigliano.

L’avvocato Vinardi era assistito dal cav. Calieri, direttore del Fischietto e della Luna di Torino, e dal signor Sapelli, redattore dei due giornali.

Il tenente Zemos era accompagnato dai tenenti Gelmi e Guiscaroli.

Al comando «A-loro» i due avversari si attaccarono con estrema violenza; ma nel primo assalto ambedue restarono illesi. Alla terza messa in guardia, con l’attacco non meno violento dei precedenti, il tenente Zemos ricevette la punta avversaria al costato sinistro e stramazzò esanime al suolo.

L’arma avversaria io aveva trafitto da una parte all’altra, squarciandogli il cuore.

I quattro padrini affermarono che i duellanti si erano comportati secondo le più rigorose norme della cavalleria!

Alla sera stessa, mentre l’avvocato Vinardi guadagnava la frontiera, la salma dell’infelice tenente Zemos entrava nell’ospedale militare, suscitando immensa, penosissima compassione.

Il defunto contava appena 33 anni; era nato a Courmayeur, e s’era conquistate le spalline da semplice soldato!


All’indomani, Savigliano rese solenni onoranze, le estreme, alla salma del povero ufficiale Alessandro Zemos.